intervista a Luca De Lorenzi

Fare un’intervista a Luca De Lorenzi è come tentare di arginare un fiume in piena nella stagione delle piogge.

Le idee (e le risposte) non gli mancano, sono torrenziali e grandi come la sua passione per lo sport e la pallanuoto. Perfettamente a suo agio nel dare le varie risposte (un po’ meno io nel trascriverle senza perdere il filo) snocciola tutto il discorso con l’enfasi dello sportivo di professione senza mai voler dare l’idea di uno che è già arrivato o che ha già visto tutto, articolando i discorsi sempre in prospettiva, guardando sempre avanti con poche sbirciatine all’indietro.

Quali sono i motivi che ti hanno portato a Piacenza?

Di Piacenza Pallanuoto ho sentito parlare spesso e sempre bene, ho conosciuto e giocato con diversi atleti che sono stati qui; questi motivi mi hanno convinto che c’è un’ottimo ambiente e tanto da fare. Sono venuto anche perché sono amico di Harry Van Der Meer, ho giocato con lui nel Bogliasco nel 2001.

L’impatto con la nuova società come è stato?

Ho trovato tanto entusiasmo e molta volontà: positivo per il materiale umano e il gruppo societario. C’è un buon numero di atleti, un’ottimo gruppo di prima squadra, ancora giovane e tanti dirigenti con cui collaborare. Di negativo, non indovineresti mai, ci sono l’impianto sportivo e gli spazi acqua che sono il minimo sindacale su cui contare. Per ora sono ancora in fase di studio, sto cercando di vedere chi siete e di focalizzare tutto l’insieme delle attività ed il modo di conduzione finalizzati agli obiettivi societari; gli stimoli ci sono e mi sento pronto.

Come hai impostato il navigatore?

Vorrei creare un ambiente riconoscibile ed apprezzato dall’interno e dall’esterno dove ognuno fa il proprio lavoro e tutti si riconoscano; mi piacerebbe che anche i genitori fossero bene informati sull’ambiente e, ad esempio, non sottovalutino il potere educativo dello sport, non considerando una bocciatura definitiva la mancata convocazione, o quantificando le capacità dei figli in base al numero dei gol fatti ma valutando tutto l’insieme.

Ci saranno cambiamenti?

In futuro cambierà la struttura degli allenamenti al fine di utilizzare meglio gli spazi acqua; abbiamo già aggiunto sedute di attivazione muscolare, palestra e sedute tecniche per spiegare e far conoscere meglio la materia.

Ci dai qualche consiglio per una crescita ulteriore?

C’è un grande potenziale nella prima squadra; va supportato da una società ben definita nel proprio organigramma al fine di fondare basi con la giusta mentalità per lavorare e sviluppare le capacità psicofisiche degli atleti. Purtroppo c’è mancanza di collaborazione tra le varie società di nuoto e pallanuoto, mirata ad aumentare il livello e dare più possibilità ai ragazzi. Il mio sogno nel cassetto è la nascita di una polisportiva dove le varie società natatorie attingono e si scambiano gli atleti.

Che tipo di approccio è meglio col settore giovanile?

Il settore giovanile ha bisogno di una costante applicazione mentale, in primis dei genitori i quali devono confrontarsi con la società e gli allenatori soprattutto nei momenti di difficoltà dei ragazzi, tenendosi aggiornati tramite i figli e gli allenatori sugli svolgimenti delle attività.

Una società sportiva moderna dovrebbe usare anche i Social o tenersene alla larga?

Visto il grande uso e abuso dei social stiamo pensando di utilizzarli correttamente per dare ulteriori informazioni sullo svolgimento degli allenamenti, delle partite, lo “spogliatoio”, le trasferte, mirato a valorizzare la vita del gruppo oltre la competizione.

Dai una sbirciatina alla sfera di cristallo e se non riesci a vedere i risultati delle prossime partite almeno intravedi qualcosa?

Quello che vorrei vedere nel futuro è una società sempre più proiettata in avanti, una società in cui dagli Acquagol al Presidente, ognuno trova il suo posto e ne trae soddisfazione. Già si intravedono notevoli miglioramenti dei singoli ma l’obiettivo rimane il gruppo.

Parlaci del tuo ruolo di responsabile del settore giovanile, come ti trovi e quali sono gli obiettivi?

C’è piena collaborazione tra gli allenatori, le gerarchie sono ben definite, dal Direttore Tecnico Fabio Fresia fino a Veronica e Rebecca che allenano Acquagol e Under 11. Un po’ più defilato è Silvano perché decentrato in “filiale” (Luca sorride) dove sta operando in modo eccezionale, a maggior ragione perché lavora in un metro cubo d’acqua e svolge un importante ruolo di riferimento con PNI. Con Mastro (Mastrogiovanni) arcigno difensore della prima squadra e allenatore dell’under 13 e Rocco (Di Gianni) che si occupa dell’Under 15, stiamo ottimizzando al meglio il lavoro da svolgere mirato a sviluppare al massimo le capacità dei ragazzi dove già esistono atleti importanti da far crescere.

Vista la sintonia e le comuni origini liguri con Fabio Fresia io invece ti obbligo a dire qualcosa di negativo di lui:

Lui ha troppi capelli, io faccio il censimento tutti i giorni sperando che il numero non cali.

 

Un’ultima spinosa domanda e poi chiudiamo: preferisci i tortelli ai funghi o i gnocchi al pesto?

(Luca ride di gusto) Gnocchi al pesto per sempre, non posso rinnegare le mie origini. Visto che siamo in tema: ci terrei a qualche invito a pranzo o cena nei ristoranti o agriturismo della provincia per assaggiare piatti e prodotti locali.

Sarò onesto: ho riportato, spero senza alterarne il significato, un decimillesimo delle parole di Luca ed il numero di “belin” è stato molto contenuto anche se tutti omessi nella stesura finale. Quando parla di pallanuoto ne è così coinvolto che la fa sembrare più preziosa dell’ossigeno.

PN